Perdichizzi: «Basta con i complimenti, adesso servono i punti» Contro Roma l'ennesima sconfitta al fotofinish dopo una gara che i paladini avrebbero meritato di vincere. L'Upea è allergica alle volate
A cinque secondi dalla gloria. C'è molto rammarico nell'ambiente per l'incredibile sconfitta maturata nel finale contro la Lottomatica Roma che ha denotato, da par suo, di essere un gruppo formato da grandissimi giocatori ma che non hanno un gioco di squadra vero e proprio. Prova ne sia che il “santone” Pesic non si è presentato in sala stampa tanto , essendo rimasto a lungo nello spogliatoio per catechizzare i suoi. L'Upea ha disputato la migliore gara casalinga della stagione sin qui, ha condotto anche di undici punti, ha gettato alle ortiche il vantaggio con uno scellerato terzo quarto (dove Roma ha comunque difeso fortissimo) ma non si è persa d'animo nell'ultima frazione, quando i capitolini hanno inserito la prima freccia ribaltando il risultato e presentandosi alla volatona finale con una rimessa concessa dalla sbadataggine di un Bodiroga assolutamente inguardabile ma anche frenato dalla perfetta disposizione difensiva adottata da coach Perdichizzi. Un recupero da urlo di Traina non ha fatto il paio con il canestro in sottomano clamorosamente fallito da Praskevicius in contropiede ed il tiro libero sbagliato da Janicenoks a 5 secondi dalla sirena con la possibilità del +3 gettata alle ortiche (si sarebbe fatto fallo su Roma e con l'ultimo possesso per i paladini). All'overtime un metro arbitrale troppo severo (praticamente nulla è stato fischiato ai padroni di casa) ha poi deciso un match che l'Upea aveva già perso moralmente. E, a 1'47'' dalla fine con Roma avanti di cinque sotto i colpi di un Hawkins devastante malgrado i 4 falli sul groppone dal 32', il pubblico ha capito che non ci fosse più nulla da fare ed ha applaudito i propri beniamini. «Se non si vince non si fanno punti in classifica – dice coach Giovanni Perdichizzi che ha saputo preparare diligentemente la partita – anche se noi, ancora una volta, abbiamo giocato bene, siamo migliorati moltissimo e lo stesso arrivo di Praskevicius ci ha permesso di poter fare una-due rotazioni in più del solito. Perdiamo la quinta partita in casa su altrettante volate finale, non abbiamo subito una sconfitta superiore ai dieci punti ad eccezione di quella con la Virtus Bologna alla seconda giornata ma abbiamo 6 punti in classifica. Ecco, adesso preferirei ricevere meno complimenti e qualche punto in più». Sul futuro della squadra, attesa dalla trasferta sabato di Treviso e, dopo la pausa per l'All Star Game, dalla gara casalinga contro la Whirpool Varese dell'ex Rolando Howell, il tecnico barcellonese non vede nero, anzi. «Il rammarico è per ciò che poteva essere e non è stato. Se avessimo perso ampiamente e con un margine cospicuo avevamo da pensare e da riflettere. Invece dobbiamo solo rammaricarci per alcuni episodi che avrebbero sicuramente cambiato la nostra situazione in classifica. La fiducia c'è, il gruppo è molto unito e gioca una buona pallacanestro, con il lavoro e l'inserimento di Praskevicius non abbiamo altro che da migliorare e sperando che la ruota giri un pò anche verso di noi». – C'è qualche appunto che ti senti di fare ancora? «Sì, dobbiamo crescere dal punto di vista mentale e ci manca ancora un pizzico di esperienza». L'Mvp del match è stato capitan Keith Carter che ha fatto il “Bodiroga” della situazione chiudendo con queste statistiche: 26 punti, 4 su 8 da due, 4 su 10 da tre, 6 su 6 dalla lunetta, 5 rimbalzi, 6 falli subiti, 4 palle recuperate (sempre primo nella specialità), 26 di valutazione e la conferma di essere nei primi dieci giocatori del torneo. Inoltre tre canestri da autentico fuoriclasse e che hanno mandato in visibilio il pubblico. «Sono contento di quello che sto facendo – dice Carter – ma sono demoralizzato perché abbiamo perso una partita che avevamo già vinto. Abbiamo giocato una grande partita e sono fiducioso per il nostro futuro. In questo girone di andata paghiamo errori di inesperienza. Esploderemo nel ritorno, come quattro anni fa».
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