Soragna ritrova il suo maestro «Bei ricordi, ma devo batterlo» Quando perdichizzi e “Teo” infiammavano barcellona.
Che Benetton-Upea sia una sfida delicata per i biancoverdi, reduci da tre sconfitte di fila, non è un mistero. Per uno di loro, Teo Soragna, sarà però anche speciale. Il capitano biancoverde ritroverà coach Giovanni Perdichizzi, suo allenatore ai tempi di Barcellona. «Un bellissimo ricordo – sorride Teo – lì sono stato tre anni giocando ad alto livello: il primo anno di B1 abbiamo perso la finale per andare in A2, il secondo anno l'abbiamo raggiunta, il terzo abbiamo sfiorato la A1». – Il tuo ricordo di Perdichizzi? «Un allenatore che dà molte responsabilità ai giocatori, gli piace un basket rapido, fatto di contropiede, di inventiva, bisognerà stare molto attenti. Non credo che sarà così facile per noi, ma abbiamo la necessità di vincere: per noi sono due punti fondamentali». – Blatt ha detto: ci serve solo una cosa, tornare al successo. «Siamo tutti perfettamente d'accordo, è l'unica cosa che conta realmente. Siamo abbastanza arrabbiati, sentiamo il desiderio di rifarci e vogliamo anche mostrarlo in campo». – Il vostro rendimento ha degli sbalzi incredibili. «È chiaro che noi speriamo che la vera Benetton sia quella della ripresa di giovedì sera, mi sembra logico, ma è altrettanto evidente che dobbiamo ancora trovare un nostro equilibrio». – Ma a cosa sono dovuti questi squilibri di rendimento? «Personalmente sono convintissimo che tutto ciò dipenda dal fatto che negli ultimi due anni la squadra è cambiata parecchio. Io capisco che qualche tifoso possa pensare che la pallacanestro sia sempre uguale ma non è così: ciò che dev'essere uguale è l'approccio». – Come sempre tutto parte dalla difesa: i vostri momenti migliori arrivano quando aumentate la pressione dietro. «È uno dei problemi che abbiamo oggi è proprio la difesa. Sicuramente bisognerà lavorare molto su questo aspetto». – Da quando ci sei tu, tre sconfitte di fila non si erano mai viste. «Assicuro che la squadra ha tanta voglia di fare bene, ci tiene tantissimo e ce la sta mettendo tutta per trovare la quadratura del cerchio. Il nostro è un bellissimo gruppo, da professionisti ci rendiamo conto che a volte facciamo figure come quella del primo tempo contro il Tau ed abbiamo voglia di evitarne altre».
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