Upea Orlandina Basket. Il dg orlandino Venza tra campionato, mercato e futuro
Piena fiducia. Nei momenti difficili la voce del direttore generale Francesco Venza ha sempre portato tranquillità nello spogliatoio e nell'ambiente orlandino. Il braccio destro, da oltre 7 anni, del presidente Enzo Sindoni non si smentisce neanche in questa occasione ammettendo le difficoltà del calendario e lasciando intuire che qualcosa, in sede di mercato, potrà ancora avvenire. - Dopo la pausa, vi avviate al rush finale con le ultime tre partite di un 2005 che resterà nella storia della società. «Che la seconda parte del 2005 e la prima del 2006 sarebbero state di sofferenza - afferma il dirigente - lo sapevamo. Purtroppo o per nostra inesperienza o per scelte sbagliate in qualche finale di partita, non siamo riusciti ad avere qualche punto in più in classifica. Adesso dobbiamo affrontare le ultime sei partite del girone di andata, tutte assolutamente importanti, di cui una impossibile e mi riferisco al 28 dicembre a Bologna contro i campioni d'Italia della Climamio. Però affronteremo queste gare, così come abbiamo sempre fatto, una alla volta, nelle migliori condizioni possibili, cercando di migliorare la nostra classifica». - Dopo 11 giornate comunque c'è una classifica schiacciata verso il basso e l'Upea ha vinto tre scontri diretti. Forse non sono necessarie 13-14 vittorie per salvarsi ma anche qualcuna in meno... «Si tratta di una buona prospettiva per il futuro riguardo alle ultime 4-5 posizioni. Certo, potevamo stare meglio, per affrontare il finale del girone di andata - che ci vedrà giocare in casa solo 2 volte - con tranquillità». - Domenica contro Varese dell'ex Howell si ripropone il problema-Traina: se i problemi fisici del giocatore dovessesso continuare, interverrete sul mercato? «Intanto dobbiamo fare di tutto, con o senza Traina, per portare a casa la vittoria. Stiamo monitorando la situazione di Brad giornalmente e potrebbero essere prese delle decisioni anche se è presto prevedere quali». - E su Jelic? «La situazione si presenta uguale. A parte Nnamaka, non avevamo contratti in scadenza per eventuali conferme o meno. Questi sono i giocatori e questa è la squadra». - Come vi siete inseriti nella stanza dei bottoni in questo primo anno di serie A? «L'inserimento è stato positivo. Il nostro presidente con le sue capacità oratorie si è fatto apprezzare sin dalle prime riunioni. Siamo stati tra i promotori di questo momento di frizione esistente tra Lega e Federazione sull'eleggibilità dei giocatori italiani nelle prossime stagioni. Da più parti arrivano segnali di riappacificazione anche se le posizioni sono ferme a quelle dell'ultima assemblea che ha bocciato l'ipotesi della presenza di cinque giocatori di scuola italiana per la stagione 2006/2007, oltre a un italiano con il doppio passaporto». - Lei è d'accordo sul campionato autonomo o sull'autonomia del torneo? «Sono due cose diverse. Il campionato autonomo significa che la gestione andrebbe ad un ente che non è la Federazione. All'autonomia del campionato ci si può arrivare anche restando all'interno della Fip e, quindi, gestendo sia la classe arbitrale che la giustizia all'interno della Lega. Il campionato autonomo significa regole assolutamente diverse da quelle di oggi».
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