Il punto sul campionato. Upea: signora utilità e praticità Manca Blair, c’è Bulleri E Milano può risorgere. Cantù e varese è crisi Pagare il fio delle proprie colpe. Scontare il peccato di regressione commesso giovedì al porto del Pireo, in Eurolega, camminando sui carboni ardenti per tre quarti di partita (Milano, peraltro, quasi sempre avanti contro Livorno, ma non sempre convincente sul piano del gioco), prima di trovare il prato e l’erba fresca e verde sulla quale dilagare (64-48 al 33’). E riprendere a navigare (79-64 il finale). Tutto questo ha fatto l’Armani Jeans, ieri al Palalido.
RESURREZIONE - Senza Joseph Blair (la cui spalla tornerà efficiente con l’anno nuovo), è bastato un uomo solo al comando, Massimo Bulleri (20 punti), per tirare il gruppo al traguardo, dialogando spesso con il suo gregario di lusso, Dante Calabria (17). Giacomo Galanda ha svolto il ruolo di cerniera difensiva (37 minuti in campo) così come Diego Fajardo (9 rimbalzi e 4 recuperi). Chi aspettava da Preston Shumpert la grande partita dell’ex, invece, ha trovato ben poco. «Per quanto mi riguarda - ammette onestamente Lino Lardo - non è stata una gran partita, ma ci teniamo stretta questa vittoria che ci tiene a galla in una classifica cortissima. Anche perché tutti i riflettori sono già accesi su Istanbul, sulla sfida di giovedì contro l’Efes Pilsen nella prima giornata di ritorno d’Eurolega. Saremo ancora senza Blair e i turchi sono molto forti. In più li troveremo avvelenati dopo due sconfitte casalinghe consecutive».
TRACOLLO - E’ cambiata l’aria sulle verdi colline, si è smorzato il vento dell’orgoglio e della ribellione alle gerarchie predefinite, che sempre accarezzava l’ondulato paesaggio. L’aria, adesso, a Cantù è pesante e porta la crisi. Perdere in casa contro Roseto (81-82) che veniva da 6 sconfitte consecutive e al Pianella non era mai passata, perdere dopo aver condotto di 17 (43-26 al 18’), rende incerta ogni diagnosi. Il male oscuro della Vertical Vision è annidato in uomini che non hanno le giuste vibrazioni. Fin che la barca va, sembrano remare nella direzione giusta, ma appena s’alza l’onda e per trovare il porto bisogna stringere il timone e governare, allora sono guai. Questione di pilota, quel che pare più evidente, con Nat Johnson ancora il più deludente. Il presidente Corrado promette indagini di mercato, ma intanto Swanta Rogers, il piccolo signore degli anelli, fa sapere di trovarsi benissimo nel Castelletto sulle rive del Ticino, e che non tornerà a Cantù.
DIFFICOLTA’ - Crisi strutturale, probabilmente, quella canturina, risolvibile solo con robusti innesti nell’architettura, mentre per la Whirlpool Varese si è trattato di un male di stagione che ha portato la truppa di Ruben Magnano alla sconfitta contro Capo d’Orlando (74-65), nonostante l’intensità di De Juan Collins (23 punti e 7 rimbalzi) e i segnali di fumo di Marlon Garnett (17, però solo 3/9 da 3). Varese ha vinto ai rimbalzi (24-32), e perso nella fantasia del gioco (solo 5 assist lombardi contro 14 dei siciliani).
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