Quale ripascimento? Se ne discuterà oggi alla Provincia Pesa il no di Legambiente all'intervento
Conferenza dei servizi, oggi alle 15.30 a Messina a Palazzo dei Leoni, tra i tecnici della Provincia e quelli del Comune di Capo d'Orlando, per varare un piano organico di interventi per salvare il lungomare del centro paladino in parte distrutto dalle ultime mareggiate. Sul tavolo dei tecnici da una parte il finanziamento di duecentomila euro concesso al Comune dalla Regione Siciliana per un mini ripascimento e dall'altro l'intervento della Provincia con una parte del finanziamento del progetto di ripascimento generale della costa che si sta concludendo nella zona di Trazzera Marina di Capo d'Orlando. Armonizzare i due interventi, è questo lo scopo della riunione di oggi, cui partecipa anche l'ing. Antonino Maccora, in rappresentanza del comitato dei cittadini della zona a rischio. Sulla conferenza dei servizi di oggi incombe come un macigno però il "no" di Legambiente Nebrodi al progetto del Comune di Capo d'Orlando che prevede la costruzione di due pennelli di roccia in soli cinquanta metri. Ieri gli ambientalisti hanno diffuso le loro argomentazioni in merito. Così, tra l'altro, si legge che «mentre nella relazione del progetto si afferma che l'intervento consiste nella realizzazione di due pennelli stabilizzatori e nel ripascimento della spiaggia, dal computo metrico estimativo emerge che il 75% della spesa servirà a costruire due pennelli e che per il ripascimento sarà impiegata una quantità irrisoria di sabbia (2.100 metri cubi). L'intervento, perciò, aggiungono gli ambientalisti, non assume l'obiettivo di riassicurare il necessario apporto detritico alla spiaggia, ripristinando il trasporto naturale, oppure provvedendovi artificialmente ma inserisce nel sistema nuovi elementi di interferenza con la dinamica del litorale, la cui realizzazione, anche per questo, richiederebbe l'apposita autorizzazione dell'Ufficio VIA-VAS dell'ARTA». Secondo Legambiente «l'attuale stato della spiaggia richiede interventi appropriati, peraltro invocati da tempo e mai attuati, per mantenere quella profondità necessaria ad assicurarne l'uso balneare e la funzione di difesa dell'abitato. Ma quello proposto configura un'opera di ulteriore irrigidimento della costa, quindi incoerente con gli studi sulle cause dell'erosione adottati dalla Provincia e dannosa sia per gli effetti erosivi che innescherà sottoflutto sia per le nuove alterazioni paesaggistiche che comporta». |