Upea, un capitano tuttofare Il giocatore statunitense Keith Carter è il vero trascinatore dei paladini dentro e fuori dal campo. «Speriamo di festeggiare la salvezza prima del 14 maggio».
Un capitano semplicemente straordinario. Keith Carter incarna perfettamente lo spirito dell'Upea lanciata verso la salvezza, è tornato ed ha anche superato, gli alti livelli che lo avevano visto protagonista a Teramo due stagioni addietro, ha cancellato l'amara stagione scorsa di Napoli dove restò confinato in tribuna per fare posto a Trepagnier ed è il trascinatore della sua Orlandina alla quale seppe regalare la permanenza nella prima annata in Legadue nel 2001-'02 e alla quale spera di concedere il bis a maggio. Le sue cifre parlano chiaro: 22 presenze, 36' di utilizzo, 413 punti segnati (18,8 di media con il 55,8% da due, 38% dall'arco, 81,1% dalla lunetta) e quinto posto nella classifica marcatori, 4,5 rimbalzi, 2,4 palle perse+3,3 recuperate a confermarne anche il sacrificio difensivo, 1,6 assist, 19,4 di valutazione. Non solo. Carter dà anche spettacolo come nella vittoriosa trasferta di Cantù quando ricevette pure gli applausi dei tifosi brianzoli o come nella prima azione della gara di domenica contro Milano: lancio di Perry e volo del capitano a schiacciare e gradinate del "Pala Fantozzi" che rischiavano di crollare. Ma fuori dal parquet Carter resta un personaggio unico, serio, modesto, rispettoso di tutti, capace com'è stato di scusarsi, a nome di tutti, dopo la pessima prestazione fornita contro la Virtus Bologna un mese fa come ad andare ad abbracciare i tifosi paladini presenti a Cantù alla fine. Nel bene e nel male l'esterno americano è il prototipo di giocatore ideale che sempre vorrebbe il presidente Enzo Sindoni che, non a caso, lo ha rivoluto facendogli firmare un biennale: non si sa mai. «Abbiamo perso contro Milano- torna alla sfida di domenica Carter- perchè l'Armani Jeans ha due quintetti, per me, molto forti e capaci di poter stare in alto in classifica. Anzi, ci sono 11-12 giocatori di grandissimo livello ed è questo quello che ci ha differenziato da loro. Ho visto un nazionale come Galanda partire dalla panchina, alzarsi sol perchè Schultze aveva commesso tre falli e spaccare la partita con 6 triple su 7 tentativi. Questo per fare un esempio. E che dire del mio ex-compagno di squadra a Teramo Tyrone Grant, lungo molto forte che, contro di noi, ha giocato appena 8 minuti?». Al di là di questo si poteva fare qualcosa di meglio o avete dato il massimo? «Milano ha comunque giocato una ottima partita, sono forti ed hanno sbagliato pochissimo. Credo che abbiamo giocato bene ma se anche avessimo fatto meglio sarebbe stato ugualmente difficile battere questa Armani Jeans». In ogni caso la classifica vi sorride ed una giornata è trascorsa, in fin dei conti non è contro Milano che dovevate prendere i punti per la salvezza. «Infatti. Ma anche a Cantù dovevamo perdere ed invece abbiamo giocato e vinto una delle nostre migliori partite. Avevo detto che vincendo due gare di fila ci saremmo messi bene, così è stato ma ancora non abbiamo raggiunto la permanenza. Quindi dobbiamo continuare a lavorare bene così come stiamo facendo e speriamo di festeggiare, il 14 maggio alla conclusione del campionato e magari anche prima, la salvezza in serie A che per questa meravigliosa città è fondamentale».
|