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SOCIALpress - venerdì 21 aprile 2006 at 10:11
La guerra contro l’Iran è imminente?

Molte notizie nei mesi scorsi affermavano che Cheney stava dando ordini al Comando Strategico statunitense (STRATCOM) di predisporre i piani di bombardamento dell’Iran, da effettuarsi in seguito o ad un grosso attacco terroristico di qualche natura, magari come il fallito attacco ad Abqaiq (principale sito petrolifero saudita) del 24 febbraio scorso, da attribuire al solito Bin Laden e ad Al Qaeda , oppure giustificato dalla motivazione che l’Iran sta preparando armi atomiche ed è pronto ad usarle visto che è in mano ad un regime fondamentalista. L’accusa che l’Iran stia sviluppando armi atomiche è un semplice pretesto. Secondo a NIE (National Intelligence Estimate) l’Iran avrà bisogno ancora di una decina d’anni per poter sviluppare qualche forma di armamento atomico. Il direttore della IAEA, Mohammed ElBaradei ha ripetuto continuamente che la propria agenzia di controllo non ha trovato "nessuna prova" che esista un programma nucleare militare.

Vi ricorda qualcosa?

La fine di marzo sarà una data piena di avvenimenti tra cui: il rapporto AIEA sul nucleare israeliano (di cui tutti i media tacciono mentre si parla esclusivamente del programma iraniano.) Le elezioni israeliane in cui sarà molto importante vedere chi andrà al potere, dato che le elezioni in Israele sono diventate importanti per i destini del mondo tanto quanto lo sono quelle degli USA.
Infine il marzo 2006 sarà una data molto importante perchè aprirà la borsa petrolifera di Teheran, l’unica borsa al mondo dove il petrolio potrà essere venduto, acquistato e contrattato in euro. Alcuni Stati islamici ricchi hanno già cominciato a condurre certi commerci bilaterali in dinari d’oro. Ma altre nazioni stanno cominciando ad accettare euro contro petrolio: Venezuela, Russia, Libia, Indonesia e Malaysia.
La Cina, che già sta lentamente diversificando le sue riserve alleggerendosi di dollari in cambio di euro, ha aperto ora il suo mercato di scambi in oro. Ed è per questo che l’oro continua ad apprezzarsi, nel 2001 costava 250 dollari l’oncia ma da allora è aumentato fino agli attuali 550 dollari. E’ un prezzo ancora lontano dagli 850 che il metallo raggiunse nel 1980, ma sta ancora salendo. Il mercato dei future sull’oro indica già aumenti ancora più forti.

L’amministrazione Bush non permetterà mai che il governo iraniano apra la prima borsa petrolifera basata unicamente sull’euro. Se ciò dovesse accadere centinaia di miliardi di dollari tornerebbero negli Stati Uniti con l’effetto di schiacciare il biglietto verde e affondare l’economia americana. Ecco perchè Bush e soci, vogliono fare la guerra all’Iran. Si tratta puramente e semplicemente di difendere lo status quo mondiale e la sua moneta di riserva: il dollaro.

In Israele, intanto gli alti comandi hanno individuato nella fine del marzo 2006, la scadenza per lanciare un attacco militare in Iran. I policemakers israeliani ritengono che la semplice minaccia potrebbe influenzare la strategia iraniana facendola arroccare su posizioni intransigenti, cosa che potrebbe essere sfruttata dagli USA per promuovere l’approvazione di sanzioni da parte del Consiglio di Sicurezza e giustificare un eventuale intervento militare di Israele. Lo scenario bellico che si delinea non è ancora chiaro: ossia attaccherà prima Israele o Israele al fianco degli Usa o solamente questi ultimi in una fase iniziale?
Le ipotesi in campo per un attacco sono diverse, si passa per quella aerea verso le centrali nucleari iraniane a quella che prevede un bombardamento e una puntata offensiva terrestre per occupare la provincia iraniana del Khuzestan, che sta al confine con l’Iraq e contiene il 90% dei giacimenti petroliferi iraniani. Ciò toglierebbe a Teheran la sua principale fonte petrolifera , e sarebbe una sostanziosa preda di guerra per il settore petrolifero americano.

Ma che armi hanno intenzione di usare?

Qualche mese fa’ Chirac ha parlato della possibilità che la Francia per "difendersi" (da chi? da cosa?) possa fare ricorso anche alle armi nucleari e sostanzialmente accettava la dottrina del primo colpo o (first stike) facendoci intuire che qualcosa si sta muovendo a livello mondiale e che nelle alte sfere tutti sanno che qualcosa di grave, di estremamente grave sta per succedere. Stanno quindi preparando l’opinione pubblica occidentale?
E infine un’ ultimo quesito. Nel suo recente viaggio negli Stati Uniti, Berlusconi , ha brevemente accennato alla condivisione della dottrina del “primo colpo” durante il colloquio con Bush, che in Italia è passata del tutto inosservata, ma l’altra domanda che viene spontanea è: Berlusconi ha fatto un semplice giro “propagandistico o è andato a contrattare qualcosa di più sostanzioso come lo spostamento di un’ azione bellica dopo le nostre elezioni?

E se queste ipotesi fossero vere che si fa’ noi?

Marco de Filippi
SOCIALpress

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