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Quotidiano di Sicilia - venerdì 21 aprile 2006 at 12:22
Capo D'Orlando, il vero colore del mare

La perla della costa Saracena, fra arte e cultura ma anche relax, spensieratezza e divertimento, luogo ideale per trascorrervi un periodo di vacanza - Si colloca sulla costa settentrionale sicula fra Capo Calavà e Cefalù. Le sue acque sono ideali per la balneazione almeno cinque mesi all'anno



di Dario Raffaele

CAPO D'ORLANDO (ME) – Un mare azzurro, che più azzurro non si può, incastonato dalla visione sublime delle Isole Eolie, con Vulcano e Lipari quasi attaccate, Salina, Filicudi e Alicudi lontane. E' Capo d'Orlando, perla della costa Saracena, luogo di storia, arte e cultura ma anche di relax, spensieratezza, divertimento, luogo ideale per trascorrervi almeno un breve periodo in attesa della sua "esplosione" che coincide ogni anno con l'arrivo dell'estate.
Il nome attuale del luogo testimonia di un viaggio verso la Palestina che portò Carlo Magno nella suggestiva città sulle rive del mare. La leggenda racconta che il sovrano, conquistato dalla bellezza del luogo, abbia voluto denominarlo come il più valoroso dei suoi paladini, Orlando.

Geograficamente Capo d'Orlando si colloca sulla costa settentrionale sicula, fra Capo Calavà e Cefalù. Il centro della cittadina si sviluppa attorno alla via principale (via Piave), fiancheggiata da bei negozi, e dal lungomare che corre parallelo ad essa, costeggiando la spiaggia. Sull'estremità del promontorio, in cima ad una scalinata, sorge in bella posizione panoramica sui ruderi del castello d'Orlando, il Santuario di Maria SS. di Capo d'Orlando, (XVII sec. a.C.), meta di pellegrinaggi in occasione della festa che si svolge il 22 ottobre.

Il mare è l'elemento vivificatore di energia e la fantastica cornice di questa cittadina: pochi metri da ogni parte dell'abitato per trovarsi sulla spiaggia di sabbia e ghiaia che per vari chilometri si allunga in un perfetto rettifilo con la visione delle Eolie.
L'esposizione ai venti, le correnti, il ricambio d'acqua continuo, rendono il mare di Capo d'Orlando ideale per la balneazione almeno cinque mesi l'anno, da maggio a settembre.

La spiaggia, poi, possiede due caratteristiche peculiari: lunga, ampia e sabbiosa nel tratto antistante il centro abitato; sabbia, calette, tratti di scogliere e faraglioni ad est del Capo, fino al borgo S. Gregorio, il porto, Testa di Monaco.
La pesca turistica è un modo intelligente di coniugare il rispetto dell'ambiente con una pratica millenaria. Nel suggestivo borgo marinaro di S. Gregorio è possibile trascorrere un periodo di vacanze straordinario vivendo a contatto con il mare e con i pescatori del luogo.

L'iniziativa "Il mare d'amare" promossa da Legambiente Nebrodi, in collaborazione con l'Associazione Borgo di S.Gregorio, costituisce un caso concreto di riconversione ecologica di un'attività economica esistente. Gli ospiti del borgo marinaro potranno partecipare, nei periodi consentiti dalle normative vigenti, alle varie fasi di una giornata di pesca: per i più mattinieri, il ritiro delle reti a bordo delle piccole imbarcazioni in legno, alle prime luci dell'alba quando le calme acque della baia si colorano sotto i primi raggi del sole; nell'arco della giornata la pesca al "pettine" un piccolo pesce dalle carni pregiatissime e si trova solo nella zona; per i nottambuli, la tipica pesca dei totani alla luce delle lampare.

Ma Capo d'Orlando non è soltanto mare; sono molte le cose da vedere, incominciamo dunque il nostro breve tour della città orlandina.

Villa romana di Bagnoli
E' nel 1987 che affiorarono, a poca distanza da San Gregorio, in località Bagnoli i primi resti di un edificio termale, appartenente ad una villa Romana del III-IV sec. d.C. I resti, totalmente privi delle murature in elevazione hanno una configurazione planimetrica dalla quale si distingue il "calidarium" absidato ed il "frigidarium", luoghi destinati entrambi ai bagni.
Dagli scavi sono emersi anche tracce d'impianti idrici, una fornace e delle condutture per le acque calde. Interessante la pavimentazione in mosaici policromi. Non si esclude che intorno al ritrovamento si trovino altre tracce di un vecchio centro abitato.

Il museo-fondazione "Famiglia Piccolo di Calanovella"
Voluto direttamente, per lascito testamentario da Casimiro Piccolo, sorge in una raffinata ed elegante villa, fine '800, che si erge al Km 109 della Statale per Palermo, in contrada Vina. Qui si conservano i ricordi artistici ed umani di questa nobile famiglia palermitana, stabilitasi a Capo d'Orlando sul finire degli anni '30.
La particolare amicizia, oltre che parentela, che legava Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore de "Il Gattopardo" con i Piccolo, (Lucio cavaliere e poeta, riconosciuto prima della sua morte nel 1969 poeta di statura europea, Agata Giovanna, appassionata e studiosa di botanica, Casimiro, il barone, pittore, fotografo e spiritista) portò il "principe" gattopardesco spesso a soggiornare a Capo d'Orlando, e qui, a Villa Piccolo, scrisse buona parte del suo capolavoro.
Nel museo-fondazione si conservano quadri, fotografie, acquerelli, ceramiche, armi antiche che testimoniano la belle époque siciliana. Visitando il museo è d'obbligo la passeggiata nel parco, dove tra rarità arboree e piante rare mediterranee c'è da visitare il "cimitero dei cani", uno tra i pochi esistenti al mondo.

Il Bastione
Non si hanno notizie certe che datino il castello sito in località Malvicino, ma la costruzione dell'insediamento, per la sua configurazione architettonica, sembra più affine ad una torre di tipo camillaneo. Le caratteristiche più rilevanti sono rappresentate dalla pianta quadrata, articolata su tre elevazioni : la base, priva di apertura ed ospitante una cisterna, il piano operativo e la terrazza.
La costruzione merlata mette in evidenza delle simmetrie rovesciate, le due scarpe di base alle quali corrispondono in elevazione le due bertesche rotonde sbalzate sugli angoli. Probabilmente la costruzione del "Bastione" potrebbe datarsi intorno al XIV secolo, quando si diffuse nella piana orlandina la coltivazione delle "cannamele" e la torre doveva avere una funzione difensiva delle piantagioni.
Accanto alla torre si ergeva anche un trappeto ed altri insediamenti abitativi fortificati. Incerto anche il casato al quale appartenne, forse alla famiglia del Conte Bernardo Ioppolo o, come accredita qualche storico, a Donna Caterina Branciforte, Principessa di Butera. Il Castello, acquisito dal Comune di Capo d'Orlando negli anni '90, è stato sottoposto a lavori di recupero architettonico e di restauro, per una sua destinazione a museo polivalente.


Le antiche origini di "Agathiyrnum"

Le antiche origini di Capo d'Orlando città sicula chiamata "Agathiyrnum", da quanto riportato dagli storici Diodoro, Strabone, Plinio il Vecchio, risalgono ai tempi della guerra di Troia intorno all'anno 12218 a.C. Situata nella zona dove sorge l'odierna Contrada San Martino e la ridente spiaggia di San Gregorio, sorse ad opera di Agatirno, figlio di Eolo, re delle Isole Eolie.
Era una città che aveva mura ottagonali e batteva moneta propria. Possedeva una fortezza con circa 6.000 uomini, un comodo porto, uno stabilimento balneare nella zona di Bagnoli ed una piazza decorata da una bellissima Fonte alla quale affliva l'acqua da un lunghissimo acquedotto, internato tra i monti di S.Domenica.
Tra le numerose lotte che nel tempo si susseguirono, la città di Agatirno fu espugnata ed il suo popolo dovette fuggire sui monti e rifugiarsi a Naxida (l'odierna Naso) dove sperava di trovare sicurezza, ma i barbari inflissero gravi danni. Alcuni fatti fanno supporre che la fine di Agatirno possa essere ricollegata ad eventi naturali, un improvviso cataclisma, e non ad un evento bellico che la portò alla distruzione, in quanto sulla riviera di levante si notano a qualche metro sotto il livello delle acque, agglomerati simmetrici di rocce dalla forma di antichissime costruzioni, resti di mura antiche. Il mutamento del nome dall'antica Agatirno all'odierna Capo d'Orlando, avvenne in memoria del famoso paladino di Francia, che accompagnato dallo zio Carlo Magno di ritorno da un viaggio dalla Palestina, approdo verso l'800 nella vicina cala.
La storia successiva di Capo d'Orlando è segnata da due episodi di guerra: uno quando, nel 1299 Giacomo e Federico D'Aragona si contesero, combattendo nelle sue acque, il trono di Sicilia; e l'altro nel 1398, quando l'assedio a Bartolomeo D'Aragona da parte del conte di Modica, Bernardo Cabrera, si concluse con la distruzione del Castello. La storia più recente di Capo d'Orlando, registra un momento fondamentale, quando diviene comune autonomo dopo una lunga dipendenza da Naso.

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