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Gazzetta del Sud - martedì 27 giugno 2006 at 09:48
Speroni perde le staffe «Gli italiani fanno schifo!» Lascia il tuo commento sul blog (senza iscrizione) di orlandino.it. Come può un europarlamentare parlare così?

Tutti perdono il sorriso. Ma uno più degli altri perde l'«aplomb». È il leghista Roberto Speroni che commentando la vittoria dei No al referendum sbotta: «Gli Italiani fanno schifo! L'Italia fa schifo!».
Il giorno in cui la devolution viene bocciata senza appello da milioni di italiani non è facile nascondere la delusione per i «saggi di Lorenzago», che nell'agosto del 2003 si riunirono in una baita del Cadore per mettere a punto il testo che poi venne approvato nel novembre 2005.
Molti di loro infatti staccano il telefonino, come l'ex sottosegretario alle Riforme Aldo Brancher.
Mentre altri preferiscono non commentare, come l'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti che, interrogato sulla questione, risponde brusco: «Guardi, attualmente mi occupo della Nazionale...». E poi puntualizza che lui parla solo quando è lui a decidere di parlare.
Gli altri invece (Mario Pastore di FI, Domenico Nania di An, Francesco D'Onofrio dell'Udc e Roberto Calderoli della Lega) anche se a denti stretti qualcosa la dicono. Calderoli sulle prime si rifugia in un secco «no comment», seguito da brusca chiusura del telefono. Poi però ci ripensa e convoca addirittura una conferenza stampa a Via Bellerio per dire la sua. E così prima afferma che, nonostante i No abbiano toccato il tetto del 62%, «sopra il Po ha vinto il Sì». Poi prosegue sostenendo che «sarà molto difficile» fare le riforme con la sinistra e che in sostanza ha vinto «la parte di questo paese che si fa mantenere» bocciando «il cambiamento».
Non indossa più i bermuda sfoggiati a Lorenzago e anche domenica al seggio referendario, ma soprattutto non sfoggia più lo stesso sorriso di quando posò con gli altri «saggi» a braccetto insieme al proprietario dell'Hotel Trieste, «buen ritiro» dei riformatori.
Il giudizio più sereno sembra quello che arriva da Francesco D'Onofrio. «Vi posso dire solo tre cose – dichiara ai cronisti che lo intercettano alla Camera – la prima è che il voto popolare va sempre rispettato; la seconda è che siamo disponibili ad un confronto; la terza è che aspettiamo di capire cosa l'Unione voglia cambiare della sua riforma del Titolo V che è ancora in vigore».
Di tutt'altro tenore il giudizio dell'ex presidente della commissione Affari Costituzionali del Senato, Andrea Pastore, che già nel pomeriggio denunciava «gravi irregolarità» nel voto degli Italiani all'estero.
Negli stessi momenti, invece, molto più fair play da parte di Domenico Nania di Alleanza nazionale, che ha commentato il chiaro vantaggio dei no alla riforma affermando che «era scontato e prevedibile».

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