L'Orlandina non finisce di stupire. Dopo il blitz all'esordio ad Avellino, è arrivata l'impresa storica con la Fortitudo e il primato a punteggio pieno. Young è il leader: «Ma questo è uno sport di squadra, ognuno fa quel che serve».
Il nuovo idolo della tifoseria paladina. L'entusiasmante avvio di campionato dell'Orlandina ha un volto e un leader ben definito: Alvin Young. Investito dei gradi di capitano dopo il divorzio con Esposito, l'ex reggiano ha subito preso in mano il gruppo sciorinando due prestazioni mostruose: ad Avellino 25 punti e 28 di valutazione, sabato sera contro la Fortitudo Bologna una delle migliori gare della sua carriera con 33 punti (10/13 da due, 3/4 dall'arco, 4/5 dalla lunetta), 4 rimbalzi, 6 falli subiti, 35 di valutazione. Dopo 80' Young viaggia quindi alla media di 29 punti e 31,5 di valutazione. Alla fine della indimenticabile gara del PalaFantozzi, Young non si scompone più di tanto: «La pallacanestroè un gioco di squadra, si vince e si perde insieme. Young è stato acquistato per fare bene in attacco ma c'è quello che prende il rimbalzo, quello che difende, quello che recupera e, tutti insieme, abbiamo fatto benissimo. Anche i compagni partiti dalla panchina hanno giocato bene, contribuendo alla vittoria». Qual è il segreto di questa impresa? «Parte da lontano, dalla nostra voglia di vincere. Abbiamo vinto ad Avellino ma questo ci è servito solo per caricarci in vista di questa sfida, una delle più suggestive del campionato. Ci siamo allenati intensamente e con grande attenzione e concentrazione, eravamo caricatissimi, siamo partiti a mille e, a parte il finale del secondo quarto, abbiamo sempre tenuto alti i ritmi di gioco». Oltre alle statistiche c'è un'altra voce che lo scout non può riportare: la grande difesa che Young ha fatto sulla stella Marco Belinelli, costretto a una delle partite più anonime della carriera: 27', 5 punti, il 29% al tiro dal campo, un modesto 2 di valutazione. «È una mia caratteristica, quella di difendere sulla guardia avversaria. Mi sembra che ci sono riuscito bene, ma il merito è di tutti i compagni». È il gruppo il "marchio di fabbrica" di questa Orlandina, come aggiunge un emozionato Andrea Pomenti che ha esordito in serie A nell'ultimo minuto insieme al figlio del presidente, Giuseppe Sindoni. «Sono contentissimo. Mi è stata data la possibilità di giocare con la Climamio anche se per 1' e ringrazio il coach per la fiducia concessami». Pomenti stava entrando nella storia con un tiro scagliato dai cinque metri rimbalzato sui due ferri prima di andare fuori. Altra nota lieta della magica serata, un esplosivo Herve Tourè che ha messo a tacere il temuto Bluthenthal e che, con Rush, ha fatto vedere i sorci verdi a Ress e Thomas. «Bene, bene. Meglio di così non potevamo cominciare. Ma il nostro obiettivo resta la salvezza». Nessuno si monta la testa, insomma, anche se in città si respira l'entusiasmo di due stagioni fa. Oggi ripresa degli allenamenti in vista del prossimo doppio turno esterno che vedrà l'Orlandina affrontare, nell'ordine, Virtus Bologna (giovedì) e Teramo (domenica).
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