L'Orlandina rivelazione prepara l'esame di Cantù
«Una gara difficile, il nostro obiettivo chiaramente è quello di tornare alla vittoria ma dobbiamo anche ricordarci di questo Capo d'Orlando che l'anno scorso ci fece un bel scherzetto». Bruno Arrigoni, 61 anni, milanese, è uno dei "santoni" della pallacanestro nazionale. All'interno della Pallacanestro Cantù, prossima avversaria domenica dell'Orlandina per la sesta giornata di campionato, è l'autentico braccio destro del presidente Francesco Corrado, colui che sta tenendo in piedi la baracca di un nome storico della pallacanestro italiana ed europea e che proprio quest'anno ha compiuto 70 anni di attività. Arrigoni è il primo assistente di Stefano "Pino" Sacripanti, dal 2001-'02 sulla panchina canturina (è il più longevo dei tecnici di serie A come milizia anche se uno dei più giovani a 37 anni) ed anche non solo il direttore sportivo ma la vera e propria "eminenza grigia" che opera sul mercato. Un volto ed un nome conosciuto dai procuratori di mezzo mondo e che, ogni anno, riesce a prendere nomi sconosciuti,a basso costo, facendoli diventare dei campioni nella magica terra della Brianza. L'ultimo in ordine di tempo è stato Stewart, miglior centro dello scorso campionato e adesso in Cina, quest'anno vengono di già annotati i nomi di Michael Jordan (che sta supportando al meglio possibile la notorietà di una omonimia quanto mai imbarazzante) ed Eric Williams, play e centro della nuova Cantù che vanta 4 punti in classifica dopo cinque giornate. Un passato da head-coach a Vicenza (1983-'84), Siena ('85-'86) e sempre Cantù ('93-'94 e '95-'96) prima di dedicarsi a fare il direttore sportivo, Arrigoni si augura che Cantù torni alla vittoria confermando il fattore casalingo. «Domenica- dice il manager- dobbiamo vincere per la nostra classifica e per i nostri tifosi. Fino ad ora abbiamo avuto in casa un ottimo rendimento e meno fuori. Stiamo equilibrando un gruppo nuovo e composto da giovani interessanti». Come vede l'Orlandina? «È partita benissimo come dice la classifica. Ha già piazzato due colpi fuori casa, dentro le mura amiche ha battuto anche la Fortitudo Bologna. È una squadra ben fatta e, anche se alle prese con un organico in questo momento incompleto per via di alcuni infortuni come ho letto, sicuramente è un gruppo che sa farsi rispettare, gioca bene e composto anche da giocatori forti". I suoi rapporti con Capo d'Orlando? «Sono amico del direttore sportivo Diego Pastori. La scalata di questa società mi ricorda un po' quella nostra di tantissimi anni fa. Considero Capo d'Orlando- conclude Arrigoni- una specie di Cantù».
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