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Basket: Dopo Cantù - martedì 7 novembre 2006 at 08:36
L'Orlandina non fa drammi anche se resta qualche rimpianto. La mancanza di rotazioni nel settore degli esterni ha condizionato la gara di Cantù.

Ci può stare. Animi tranquilli in seno alla caldissima tifoseria paladina dopo la seconda sconfitta in campionato subita dall'Orlandina a Cantù. Una battuta d'arresto che poteva starci, visto anche il folgorante avvio di torneo e maturata su uno dei campi più difficili della Lega A, dove già sono caduti nella prima giornata i campioni d'Italia della Benetton Treviso ed ancora immacolato alla casella delle sconfitte.
Pur tuttavia c'è un po' di rammarico perché se coach Perdichizzi avesse potuto disporre di un maggior ventaglio di rotazioni, nel settore degli esterni, magari i biancazzurri se la sarebbero giocata sino in fondo visto che c'è stato un evidente calo nell'ultimo quarto dopo che Capo d'Orlando non solo aveva tenuto benissimo il parquet ma aveva dato filo da torcere ad un avversario tosto, che ha difeso duramente e che ha messo in mostra un play ed un'ala alta dal futuro assicurato: Michael Jordan e Theron Smith, ovvero 45 punti e 71 punti di valutazione in due. Tra l'altro, oltre alla cronica assenza del convalescente Rabaglietti, il tecnico dell'Orlandina non ha potuto ancora disporre del miglior Tourè che, seppur guarito dall'infortunio muscolare subito a Teramo due domeniche fa, ha solo aumentato il minutaggio rispetto al precedente match contro Livorno: da 4 a 13.
E non bastano per un giocatore esplosivo, tatticamente importante ed effervescente come la forte ala francese. Ecco che, quindi, a Cantù, oltre al quintetto, sono stati utilizzati Francis, Fabi e Fevola (tra l'altro quest'ultimo un paio di minuti, il tempo di fare due falli e di tornare a sedersi). Discorso diverso per il coach canturino Sacripanti che ha trovato, per esempio, dalla panca gente come Jones, McGrath e Shaw. E quando il capocannoniere del campionato Young gioca 40' filati e Freeman, dopo uno straordinario primo tempo, non può rifiatare, il dazio si paga.
Nessuna conseguenza per una classifica splendente con una Orlandina che "scivola" dal secondo al terzo posto venendo affiancata da Milano e tenendo dietro Fortitudo Bologna, Roma e Treviso con un margine di +6 dalla zona-salvezza ma, chiaramente, per il futuro ed i prossimi impegni questo gruppo va rinforzato. Serve almeno un giocatore, un play-guardia anche se Perdichizzi più volte ne ha invocati due: uno per sostituire Rabaglietti e l'altro per rimpiazzare l'ex-capitano Esposito che, proprio sabato, ha firmato il suo ritorno negli States e giocherà nella Cba. Torna in auge il nome del solito Davide Lamma, inseguito da un mese, abbandonato, ripreso ed il quale, da free-agent qual è, continua a sfogliare la margherita e attende la risposta da dare quando il campionato ha già archiviato il sesto turno. Ci vogliono due italiani (niente comunitari perché già ci sono Mokongo e Tourè) e in giro, a dire il vero, non c'è molto da scegliere. Intanto oggi riprende la preparazione in vista di un incontro tutto da vedere, domenica, al "Pala Fantozzi" contro la matricola ma forte Scafati. Di fronte due squadre che puntano alla salvezza ma che marciano bene (14 punti complessivamente).

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