Attendendo il miglior Freeman. Fiducioso il segretario Pippo Munafò che guarda alla delicata gara con Scafati.
«Sono un po' deluso per la sconfitta di Cantù perché si poteva vincere ma soddisfatto per la nostra classifica». Il segretario dell'Orlandina Pippo Munafò ha 45 anni, 35 dei quali spesi al servizio della società dove ha praticamente ricoperto tutti gli incarichi: giocatore, cassiere, dirigente, presidente, coach, assistente, direttore sportivo. Da due stagioni è anche il responsabile del settore giovanile foriero di brillanti risultati nonché presidente provinciale del Cna (Comitato nazionale arbitri). -Qual è il tuo punto dopo le prime sei giornate? «Ho seguito tutta la preparazione della squadra, dal ritiro di Montalbano ai tornei pre-campionato e vedevo un certo timore nella gente che non sembrava avallare le scelte societarie e tecniche adottate in campagna acquisti. Effettivamente, dal trofeo Santambrogio a Reggio Calabria, notai una squadra più reattiva rispetto alle prime uscite ed ero fiducioso anche se non tanto in occasione del nostro esordio ad Avellino. Il colpaccio in Irpinia ci è servito per dare fiducia a tutti: alla squadra, al tecnico Perdichizzi che ha formato un buon "roster", all'ambiente che, difatti, era alle stelle con il suo entusiasmo quando abbiamo battuto, per quella che resterà una giornata storica, la Fortitudo Bologna. Ulteriori conferme sono arrivate con il successo a Teramo, inaspettato, forse perché loro erano già certi di avere chiuso i conti dopo tre quarti. Ma in serie A non si può mollare un attimo e lo ha dimostrato Cantù domenica contro di noi. Comunque tutto bene sin qui alla vigilia, adesso, di una gara importante contro Scafati». - Chi ti ha impressionato di più e da chi ti aspetti qualcosa di meglio? «Mi aspetto di più da Freeman che ha confermato a Cantù dei progressi, come uomo di esperienza, per il bagaglio tecnico, per il suo curriculum e per la sua classe. Mi ha sorpreso Young e non solo per le prove sul parquet ma anche per il suo carattere, sempre teso e nel giusto equilibrio, rispettando il ruolo di vero leader della squadra e che ha saputo dare una decisa impronta al gruppo». - Perché sul mercato non si trovano i giocatori italiani che servono per rinforzare la rosa nei "piccoli"? «Vedo che ci sono giocatori interessanti che preferiscono fare panchina o non entrare anche in Legadue e non so perché. La società certamente sta lavorando alacremente e non ci sono neanche gli elementi giusti che servono. Si contano sulle punta di una mano e neanche di due». Il settore giovanile cresce a vista d'occhio: quali sono i vostri programmi? «L'anno scorso abbiamo vinto i titoli regionali Under 18 e 16 grazie al lavoro dei tecnici Renato Franza e Ugo Ducarello. Stiamo preparando anche la prossima stagione visto che le squadre di serie A avranno l'obbligo di fare i campionati di Eccellenza e al Sud solo Napoli e Caserta lo fanno. Ecco perché puntiamo sulla Under 14 Eccellenza, allenata da Peppe Condello e Patrizia Bontempo ed approntando una Under 14 provinciale affidata a Francesca Altobelli. Tra Under 18 e 16 abbiamo ben quattro squadre».
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