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ATO 1 - Costi alti e bollette col trucco - giovedì 25 gennaio 2007 at 08:29
Pesante atto d'accusa nei confronti dell'Ato Me 1 Servizio smaltimento rifiuti Costi alti e bollette col trucco. «I cittadini se ne accorgeranno a partire dal 2010». Sabato assemblea.

Duro attacco del Comitato dei cittadini contro la società d'ambito Ato Me 1. Il "ComitAto tutela rsu", con un documento pubblico, punta l'indice contro la conduzione della società che gestisce il servizio in trentatre comuni della provincia messinese (da Capo d'Orlando a Tusa) manifestando «preoccupazione per la disastrata gestione del servizio», invitando al contempo i cittadini all'incontro che si terrà sabato 27 alle 18.30 nella sala Cristo Re. Nel comunicato stampa , diffuso ieri, il Comitato evidenzia che sarebbero stati «disattesi, tra l'altro, tutti gli adempimenti previsti dalla vigente normativa per la determinazione della tariffa TIA (Tariffa igiene ambientale ) quale l'approvazione dei Piani finanziari da parte dei consigli comunali e l'approvazione della tariffa da parte delle giunte municipali entro il termine annuale per la deliberazione dei bilanci preventivi dei Comuni».
Così il Comitato evidenzia che per tali motivi, «giusta recente sentenza del Consiglio di Stato n° 6400//2006, non avendo mai approvato le giunte municipali negli anni 2005 e 2006 le nuove tariffe Tia, restano ancora vigenti le tariffe comunali TARSU (Tariffe amministrative rifiuti solidi urbani ), approvate nell'anno 2004». In conseguenza di ciò informa i cittadini che sono viziate da palese illegittimità tutte le fatture e/o bollettazioni fino ad oggi emesse dall'ATO Me1 spa, riguardanti la Tia per gli anni 2005 e 2006 e che di contro sono sicuramente pienamente legittimi tutti i pagamenti effettuati utilizzando le tariffe Tarsu approvate dalle rispettive giunte municipali per l'anno 2004».
Il comunicato stampa, a firma del presidente del Comitato, ing. Salvatore Sansiverino, evidenzia che nonostante non sia stato approvato dai vari consigli comunali il Piano finanziario preventivo 2006, in qualche Comune sono state emesse le bollette di acconto 2006. Così a detta del Comitato anche per il 2006 «i sindaci e i consigli comunali, in violazione alla vigente normativa, non hanno pertanto potuto (o voluto) deliberare: di compartecipare nel rispetto del principio di gradualità previsto dal decreto Ronchi, con i bilanci comunali, alle spese di gestione, scaricando di fatto sui cittadini-contribuenti, ancora una volta così come per il 2005, il 100% del costo dei servizi». Gli Enti locali non hanno potuto neanche, a detta del Comitato, «modificare il regolamento della Tia per introdurre - tra l'altro - le agevolazione previste per le fasce deboli (anziani, pensionati, nuclei familiari in disagiate condizioni economiche) e che di contro il Cda dell'ATO Me1 Spa, con l'appoggio dei soci-sindaci di maggioranza, ha concertato di diminuire fittiziamente le tariffe e le bollette del 2005, non intervenendo sui costi spropositati, ma semplicemente fatturando ai contribuenti una sola parte dei costi del servizio (circa il 50/55 %), differendone il restante 45/50% a partire dall'anno 2010 in poi, come da dichiarazioni pubbliche fatte dall'Amministratore delegato dell'ATO Me1 Spa».
Tale ultima scelta, aggiunge il comunicato, e cioè il differimento dal 2010 in poi della restante fatturazione «non è stata mai comunicata ai contribuenti ai quali di contro sono state inviate le ingannevoli bollette a saldo nell'agosto 2006 (salvo conguaglio); anzi tale scelta è stata contrabbandata, come nella pubblicità ingannevole, come effettiva e concreta riduzione delle tariffe, sia dai vertici dell'ATO Me1 che dai soci-sindaci di maggioranza, con la silenziosa acquiescenza delle organizzazioni sindacali, che nulla hanno contestato nel merito; che per fare fronte ai debiti (mancanza di liquidità) conseguenti a tale scelta scellerata - attuata soltanto al fine di calmare ed illudere gli onesti utenti-contribuenti - il nuovo Cda dell'ATO Me 1, in virtù dell'aumento di capitale e con il sostanziale consenso delle organizzazioni sindacali, è pronta a chiedere - per cinque esercizi finanziari - prestiti alle banche dell'ammontare di circa sei-sette milioni di euro all'anno, per complessivi trenta-trentacinque milioni di euro, pagando alle stesse banche lauti interessi ed il tutto sulle spalle dei cittadini-utenti dei 33 comuni dell'ATO Me1».
Sanseverino conclude dicendo che «nonostante le puntuali ed approfondite contestazioni mosse da mesi da questo Comitato riguardo agli elevati costi di raccolta e di spazzamento previsti nei contratti di servizio con i Comuni - a Capo d'Orlando per la sola raccolta circa 90-100 euro in più ad abitante rispetto al resto d'Italia - nulla, fino ad oggi, è stato fatto per la loro riduzione da parte dell'ATO Me1 e dei Comuni soci».

Gazzetta del Sud

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