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QUEL CHE POTEVA ESSERE, MA NON SARA’ - giovedì 22 febbraio 2007 at 15:17
Oggi la sorte della Tettoia della ferrovia Oggi la sorte della Tettoia della ferrovia sita presso lo scalo merci di Capo d’Orlando, è stata improvvisamente decisa: la demolizione per far spazio ad altri posti auto. Posti auto al posto di quello che sarebbe potuto essere uno spazio culturale.

Con tutto il rispetto per i parcheggi, non è questo il finale che avremmo voluto per questa vicenda perché è un finale amaro, identico a tante altre vicende vissute nel passato in occasione della demolizione del Cinema Pian Verde, del Cinema Odeon, del Cinema Arena delle Palme e, recentemente, in occasione dell’acquisto da parte di privati della storica Villa Cangemi. Oggi tocca alla Tettoia della ferrovia. Certo non è, come per i cinema, una vittima della speculazione edilizia, ma ciò non ci è di consolazione più di tanto. Assistiamo nella nostra città alla sistematica scomparsa, nel più completo oblio, di tutti i luoghi che potevano essere dedicati alla cultura, ma non lo sono stati. Ed il futuro? Nulla di nuovo all’orizzonte nessuna previsione per la progettazione di alcuna struttura, almeno per i prossimi tre anni (il Piano Triennale delle Opere Pubbliche non prevede alcunchè). Passano gli anni ma, ancora, quel che poteva essere non sarà.

Già, ma che cosa poteva essere? Poteva essere che oggi anche un piccolo spazio come quello della Tettoia della ferrovia fosse valorizzato ed opportunamente trasformato per una vocazione culturale. Una Tettoia non sembrerebbe un gran che, ma con questa penuria di spazi diventa un teatro. Nessuno degli amministratori vecchi e nuovi da importanza al fatto che in questa Città non esiste alcuna struttura per la cultura, per "fare" cultura intendo, un luogo che stimoli i rapporti sociali, che favorisca il confronto. Poteva essere che qualcuno di loro (gli amministratori) prendesse coscienza del fatto che l’esigenza di avere un posto dove costruire una politica culturale non è un capriccio, ma un bisogno reale dei cittadini.

Poteva essere che ieri, attingendo a fondi regionali, allora molto più disponibili di oggi, decidessero di salvare uno dei tre cinema (ad esempio il centralissimo cinema Odeon) per trasformarlo in un centro culturale. Invece l’unico manufatto giunto ai giorni nostri è stato il cinema Rosso di San Secondo (cinema, non cine teatro, chi è stato almeno una volta in un teatro sa la differenza), destinazione che certamente soddisfa un certo bisogno di cultura ma che non può essere altro che un cinema, nato peraltro come centro culturale e modificato in corso d’opera.

Quel che poteva essere ma non sarà! Poteva anche essere che noi tutti, che da anni ci parliamo addosso (associazioni, politici, musicisti, artisti ed operatori culturali e tutto l’universo più variegato) e che lamentiamo l’attuale cronica e drammatica mancanza di un centro culturale, non avessimo fatto solo pour parler fra noi, ma avessimo trovato il modo di far fronte unito e portare in maniera univoca le nostre istanze nel palazzo, il modo da dire tutti assieme che il diritto alla cultura è un diritto irrinunciabile al pari del diritto all’istruzione o alla salute. Potevamo sostenere con convinzione un progetto di riconversione della Tettoia verso una utilizzazione culturale, progetto che è depositato in Comune da qualche tempo.

Quindi addio alla cara vecchia Tettoia della ferrovia, che ha brillato solo per un attimo in occasione della “mostra sui ferrovieri e la ferrovia”, ma è bastato quell’attimo per farci vedere quello che sarebbe potuta essere, ma non sarà.



Cross Road Club

Il Presidente

Nino Letizia

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