L'Orlandina ora è decima. Il "Toro" sogna la Nba
Il lungo Francis è in grande crescita dopo un avvio difficile.
In virtù dell'attesa sentenza emessa ieri sera dalla Commissione giudicante, con la Benetton Treviso che scende a 16 punti (quartultimo posto con Teramo), l'Orlandina con 22 passa al decimo posto. Intanto, il "toro" sogna la Nba.
Copertina della settimana per Torin J. Francis, promettente centro dell'Orlandina che, dopo una prima parte di stagione in chiaroscuro, ora si sta imponendo nel ruolo di centro al suo primo campionato di serie A. Arrivato in agosto scorso per la prima volta in Europa, 23 anni ma già un figlio ed anche una laurea in ingegneria, Francis era timido ed impacciato (tutto il contrario di un altro lungo arrivato dagli States in uscita dal college tre anni fa, Rolando Howell); difficile il girone di andata di "Toro" che, addirittura, partiva dalla panchina visto che coach Perdichizzi da subito gli preferiva Rush in quintetto. Grande partita a Roma contro la Lottomatica, poi un'altra serie di alti e bassi e la risalita che sta avvenendo nel girone di ritorno nel quale Francis si è guadagnato, ad eccezione della gara contro Cantù, il posto di centro titolare.
E proprio contro i brianzoli Francis ha sfoderato una delle migliori prestazioni in assoluto: 13 punti e 4 rimbalzi, ma in soli 15' di impiego. E il suo mancato ingresso nel terzo quarto è diventato l'oggetto di discussione della settimana sul forum della società e negli abituali punti di ritrovo dei tifosi: tutti avrebbero voluto Francis sul parquet molto di più anche perché è stato l'unico che, in qualche modo, riusciva a limitare lo scatenato Eric Williams.
«Stavo benissimo e mi sentivo molto caricato – dice Francis – ma rispetto le decisioni dell'allenatore, anche perché non ci sono solo io nel settore dei lunghi. Chiaramente fa piacere a tutti giocare sempre, ma l'occhio di un coach vede le partite in modo diverso da quello di un giocatore, sia sul parquet che in panchina».
Una dichiarazione un po' diplomatica per sgombrare il campo dalle polemiche, anche perché Francis non è il tipo capace di fare confusione a maggior ragione in uno spogliatoio unito sotto la guida del capitano Alvin Young.
– In ogni caso, il tuo rendimento è migliorato.
«Sicuramente ho fatto dei passi avanti notevoli. Quando sono arrivato ero anche un po' sovrappeso e ho dovuto lavorare duramente con il preparatore atletico Pippo Ferrarotto. Alla mia età, sbarcare in Europa per la prima volta non è stato facile: dovevo adeguarmi a un campionato che non conoscevo e a un ambiente nuovo. In questo mi hanno aiutato la società, i dirigenti, i compagni e gli stupendi tifosi, sempre pronti ad incoraggiarci durante la partita ma anche ad essere simpatici quando ci incontriamo fuori».
– Il futuro prossimo si chiama Scafati.
«Una partita difficile, contro una squadra che ha già vinto in casa nostra all'andata e che ha integrato il gruppo oltre a cambiare l'allenatore. Non chiedetemi un pronostico, perché io penso solo a vincere con Capo d'Orlando».
– Il futuro a lunga gittata?
«Per il momento mi interessa chiudere bene la stagione, portare più in alto possibile l'Orlandina e magari raggiungere i playoff. In estate farò sicuramente le Summer League per tentare di andare nella Nba. Se riuscirò a strappare un contratto bene – conclude Francis – diversamente vedremo».
Nessun accenno a un eventuale prolungamento del contratto con l'Orlandina; ma questa è la "legge" degli americani.
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