Perdichizzi prova a fermare Apodaca. I paladini devono riscattare la sconfitta subita all'andata al "PalaFantozzi".
Prosegue la preparazione dell'Orlandina protesa verso la difficile trasferta di domenica al "Pala Mangano" contro la matricola Legea Scafati per una sfida importante in chiave playoff. Entrambe hanno 22 punti in classifica e appena guadagnato una posizione dopo la sentenza della Commissione Giudicante che ha inflitto 12 punti di penalizzazione ai tricolori della Benetton Treviso. A livello di confronto diretto per un eventuale arrivo in parità, match importante sia per Scafati che potrebbe andare sul 2-0 visto che, nella gara di andata al "Pala Fantozzi", inflisse ai paladini la prima sconfitta interna della stagione grazie alle prodezze della sua stella Rick Apodaca. Il portoricano è l'uomo che Perdichizzi dovrà cercare di fermare. La squadra prosegue il lavoro sul parquet e, alla vigilia dell'ultima doppia seduta di allenamento, il coach non ha particolari problemi. In merito alla sconfitta subita dall'Orlandina domenica scorsa contro Cantù e le critiche seguite, in particolare per il mancato impiego di Leo Busca nello "starting five" e di Francis, il migliore nel secondo quarto, nella terza frazione, lo stesso tecnico barcellonese precisa alcune situazioni, di quelle che magari l'occhio dello spettatore non può vedere rispetto a quelle di chi allena un gruppo e lo conosce a menadito. «Siamo ripartiti- dice Perdichizzi- con Mokongo titolare, perché questo è il suo ruolo dall'inizio della stagione, dopo i suoi problemi riportati con la frattura al setto nasale. Ebbene, ricordo che la velocità ed il ritmo del nostro play hanno prodotto un 13-4 iniziale per noi e con Cantù che aveva segnato solo 4 punti in 7 minuti e perso tre volte palla non riuscendo a tirare entro i 24 secondi. Ho messo Rush in quintetto che ha segnato 4 punti e poi è entrato Williams. Nel secondo quarto, dopo 1'40", ho inserito Francis per Rush sul punteggio di 15-13 per noi e, dopo 3', ho cambiato Mokongo con Busca. Alla fine del secondo parziale vincevamo 36-35 e Francis ha segnato 8 punti ma anche Williams ne ha messi 10. Nel terzo quarto, dopo 6', è uscito Williams ed è entrato Shaw sul 40-42 per Cantù. In campo c'era intanto Rush e non Francis e siamo andati avanti 52-46 con 5 punti del nostro lungo italiano di passaporto. Nell'ultimo parziale riecco Francis che subiva due stoppate, facendo 1/2 ai liberi e con un tiro sbagliato. Le quattro triple, tre di McGrath e una di Wilson, dove non siamo stati attenti in difesa, ci hanno messo sotto anche se poi stavamo recuperando. Prima dello sfondamento fischiato a Tourè che ha mancato il pareggio, era rientrato Rush a 2'45" dalla fine sul 59-65 e ci siamo arresi sul 63-67 finale dopo avere mancato il 65 pari». E allora qual è la differenza tra i due centri? «Francis e Rush hanno una struttura fisica diversa. Il giovane americano ama stare in area, Rush invece esce molto potendo sfruttare anche una buona mano da tre metri e questo è molto importante perché crea gli spazi per gli inserimenti in progressione di Young, che può così sfruttare una delle sue armi preferite in attacco e che è cosa molto importante nei nostri giochi offensivi. Diverse partite le abbiamo vinte così».
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