Il Tribunale conferma il sequestro dell'area dell'ex scalo ferroviario.
Da un lato la Sovrintendenza ai Beni culturali e ambientali di Messina che chiede il ripristino della tettoia dell'ex scalo ferroviario di Capo d'Orlando, abbattuta dall'Amministrazione Sindoni per fare spazio ad un nuovo parcheggio, dall'altro il Tribunale del Riesame che respinge la richiesta dell'esecutivo paladino contro il sequestro dell'area disposto dalla Procura di Patti. Queste le ultime novità relative ad una vicenda che ha diviso la città in due parti: da una parte coloro che vedevano nella vecchia tettoia e nei quattro mini uffici spedizioni, solo vetusti manufatti di ostacolo all'allargamento del parcheggio che li ospitava (l'ex scalo ferroviario) e dall'altro invece coloro che intravedevano soprattutto nella tettoia elementi importanti della memoria storica della città paladina e che avrebbero voluto trasformarli in contenitori culturali. Tra questi ultimi i Verdi e Legambiente Nebrodi che , dopo la mancata sospensione dei lavori di demolizione ordinati dalla Sovrintendenza, si sono rivolti alla Magistratura che già sollecitata dalla stessa Sovrintendenza, è intervenuta sequestrando le aree. Ma la tettoia era già stata smontata ed il piano di carico merci nonché i casotti "spedizioni" abbattuti , cosicché ora delle strutture oggetto della diatriba è rimasto solo lo scheletro della pensilina e nulla più. Il primo cittadino Enzo Sindoni comunque non si arrende e comunica che ricorrerà nuovamente contro il decreto di sequestro aggiungendo nuovi elementi a favore della tesi che le strutture non avrebbero alcun interesse storico od entnoantropologico. Da Palazzo Europa poi si aggiunge che solo su Capo d'Orlando si punta l'indice quando sulla demolizione di altre tettoie di stazioni ferroviarie della provincia non si è mosso un solo dito. Circa la valenza culturale delle strutture anche in prospettiva futura, Enzo Bontempo di Legambiente, ribadisce come «in diverse città le aree dismesse delle Fs sono state restaurate e destinate a contenitori culturali, spazi per attività sociali. Ed in questo senso si erano già pronunciate nel gennaio del 2001 associazioni e cittadini».
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