Ieri chiusa a causa della mancata turnazione del personale dipendente.
Sole, mare splendido, quasi un anticipo dell'estate e tanti turisti hanno fatto da cornice ieri a Capo d'Orlando nella giornata della festa di Liberazione. Ma la nota stonata è arrivata da Palermo con il direttore generale dei Beni culturali che ha disposto la chiusura di uno dei luoghi di maggiore richiamo, storico ed artistico: gli scavi archeologici venuti alla luce una decina di anni fa a Villa Bagnoli, a cento metri dal porto. A comunicare questa decisione è stato Nino Pizzino, responsabile della Cgil Funzione Pubblica. Secondo l'esponente politico (è anche vicepresidente del consiglio comunale di Ficarra), il sito archeologico è stato reso inaccessibile per la mancata turnazione del personale contrattista impegnato sul posto. Non solo. Il rischio che possa accadere il bis anche per il lungo ponte del Primo Maggio con la "Notte Mondiale" che catalizzerà l'attenzione, è concreto. In merito è intervenuto, con una nota, il sindaco Enzo Sindoni. «Vorrei, come prima cosa – dice il primo cittadino – esprimere la mia più ampia solidarietà ai lavoratori dei siti archeologici ed anche gratitudine alla Cgil-Funzione pubblica. Mi piacerebbe poi capire il perché di questo provvedimento che oltre a danneggiare i lavoratori, produce gravi conseguenze d'immagine alla nostra città. Un'azione applicata al sito archeologico di Villa Bagnoli e non nel resto della provincia. Questa è la prova provata di come la Sovrintendenza si occupi di Capo d'Orlando solo per la strumentale vicenda della tettoia, un ammasso di ferro arrugginito demolito in altre cinque stazioni della provincia senza che se ne parlasse e non di ciò che vale ed interessa la gente. Assicuro comunque i miei cittadini che nessuna azione strumentale fermerà lo sviluppo di Capo d'Orlando. «La tettoia – conclude Sindoni – verrà demolita ed il parcheggio di cui il centro del paese ha bisogno sarà realizzato». Il riferimento del sindaco è all'area dell'ex scalo merci attualmente posta sotto sequestro dalla Procura della Repubblica di Patti e dove l'intendimento dell'amministrazione, che aveva già avviato i lavori, è quello di costruire un megaparcheggio con cinquecento posti auto.
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