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COMUNICATO STAMPA - mercoledì 13 giugno 2007 at 15:55
Infrastrutture, Mezzogiorno. Legambiente: al Sud il treno rimane un sogno. Nell’elenco Di Pietro tutte strade e nessuna inversione di tendenza per le ferrovie
“La lista delle super priorità infrastrutturali approntata dal ministro Di Pietro per l’inserimento nel Documento di Programmazione Economica e Finanziaria conferma la scelta già adottata dai precedenti governi di abbandonare le ferrovie al loro destino nelle regioni meridionali”. Edoardo Zanchini, responsabile infrastrutture e trasporti di Legambiente, commenta così le scelte del ministro delle Infrastrutture riportate dalla stampa. “Scelte che tendono a marginalizzare interi territori e a incentivare modalità di trasporto inquinanti e congestionanti come quello stradale. Sicilia, Calabria, Sardegna, Basilicata sono tagliate fuori dalla rete dei trasporti ferroviari che contano e condannate perciò a una progressiva marginalizzazione”. La lista delle priorità prevede, infatti, in Sicilia solo due opere ferroviarie, per le quali non è stato peraltro richiesto il finanziamento: il nodo metropolitano di Palermo e il completamento del raddoppio della linea Messina–Palermo, limitato però alle tratte Messina–Patti e Palermo–Castelbuono. “In Sicilia, insomma, – dice Salvatore Granata, segretario di Legambiente Sicilia - le Ferrovie resteranno vecchie e lente, non competitive, determinando una penalizzazione che spingerà ulteriormente la regione verso il trasporto su gomma”. “Sta esplodendo inoltre, in questi giorni – aggiunge Granata - la protesta di enti locali, forze sociali e ambientaliste per il taglio di alcuni treni a lunga percorrenza sulle tratte Palermo–Roma, Catania–Roma e Agrigento–Siracusa–Milano, peraltro non compensato da un contestuale potenziamento di trasporto ferroviario regionale. Basti pensare che dopo le 18,40 non sarà possibile disporre di un collegamento ferroviario tra Palermo e Messina. I tagli e il depotenziamento dei servizi si inquadrano chiaramente in una prospettiva di progressivo disimpegno rispetto alla realizzazione e all’adeguamento delle infrastrutture ferroviarie”. Altrettanto grave, per Legambiente, la mancanza di una strategia alternativa al Ponte sullo Stretto: nessuna riqualificazione dei servizi di attraversamento, anzi lo smantellamento delle tabelle di armamento dei traghetti, mentre la quota dei fondi ex Fintecna destinata all’area dello Stretto (circa 907 milioni di euro), stando alle dichiarazioni dell’assessore regionale ai trasporti, verrà destinata alla realizzazione di opere propedeutiche al Ponte, che non rientra più in alcun Piano nazionale perché non costituisce una priorità. Legambiente chiede al governo nazionale e a quello regionale di accogliere le richieste delle comunità interessate di significativi investimenti per il miglioramento del servizio di trasporto ferroviario.
13 giugno 2007

L’addetto stampa
Teresa Campagna

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