QUELL’ANGELICO PIERREL - Angelico come Biella, Pierrel come Capo d’Orlando: un capoluogo di provincia del nord e un piccolo centro del sud. Da un capo all’altro dell’Italia due realtà di incredibile spessore, in grado di fare punti e spettacolo. Biella che si coccola i suoi giovani italiani e continua ad importare stranieri di sicuro successo, Capo d’Orlando innamorata pazza del più geniale e sregolato campione che il basket italiano abbia mai conosciuto: Gianmarco Pozzecco. Non vinceranno il campionato, ma lo scudetto della simpatia se lo sono già ampiamente garantito.
IL KO DI SIENA - Dopo 18 giornate di imbattibilità (che diventano 24 se si tiene conto anche della parte finale dei play off dello scorso campionato), la Montepaschi si scopre umana, ferita e sconfitta non da un gigante, ma da un “tappetto” di 1.65, Marques Green, che, incontrato fuori dal parquet, nessuno si sognerebbe di identificare come un campione di pallacanestro. Forse Minucci e Pianigiani accarezzavano il sogno di chiudere imbattuti la regular season. Il sogno si è infranto, ma un bagno di umiltà fa bene anche ai potenti: aiuta a conservare il potere. Ed una spiegazione si può trovare anche sotto il profilo tecnico: è un caso che la perfetta macchina da guerra senese si è incrinata quando gli infortuni l’hanno obbligata a nuovi inserimenti che non è facile né rapido metabolizzare?
IL SECONDO POSTO DI ROMA - La sconfitta di Montegranaro ha restituito alla Lottomatica il secondo posto in solitario. Lo merita perchè è più “squadra” tra quelle che inseguono la Montepaschi, ma nel giorno di maggiore soddisfazione, quando Repesa ha finalmente potuto dare minutaggio ai recuperati Drejer e Bagnoli, quando ha scoperto in De La Fuente un utile potenziale offensivo, alla vigilia di un confronto decisivo per il suo futuro europeo (domani contro il Partizan), ecco la tegola del grave infortunio di Giachetti che fa nuovamente tornare corta la coperta a disposizione del coach, ancora in attesa di un centro.
L’EXPLOIT DI AVELLINO -Da zona cestisticamente depressa (nel senso che da anni strappa con i denti la permanenza in Serie A), l’Irpinia si scopre vocazioni di vertice confortate da imprese clamorose come quella di domenica notte. Merito di Ercolino, che ha impresso una decisa svolta alla conduzione di una società ricca di entusiasmo ma spesso povera di mezzi. Il presidente ha il merito di aver dato fiducia al coach anche nei momenti più difficili, ad aver puntato su giocatori come Radulovic e Righetti dal passato illustre anche in nazionale e troppo affrettatamente considerati da pensione, ad aver capito che il giocatore non si giudica solo dai centimetri, ma anche e soprattutto dal cuore.
E CRESCONO LE GRANDI - Questa forse è l’annotazione più importante della 19ª giornata. Milano, Fortitudo, la stessa Treviso stanno arrivando. Dopo una falsa partenza e qualche giro a vuoto, eccole là a ridosso dell’ottavo posto. Con qualche giornata di ritardo per poter trovare una collocazione tra le final eight, ma pronte a combattere per un ruolo nei play off. E dietro c’è la Virtus che aspetta solo di tornare al completo e Napoli, seriamente attardata, ma ormai sulla strada giusta per incidere pesantemente sulla stagione se solo avesse un piccolo aiuto dalla fortuna. Senza trascurare la sorniona Cantù. Insomma, ci ha messo mezza stagione, ma il campionato sembra davvero pronto a decollare. |