foto di Giovanni Isolino
Il play è entusiasta dopo l'impresa con Napoli e paragona già la sua esperienza in Sicilia agli anni d'oro di Varese: "Vivo di emozioni e qui ne provo ogni giorno. Amo la gente ed i miei compagni di squadra. Concluderò a Capo d'Orlando la mia carriera, anche se arriverà una chiamata dei Lakers".
Gianmarco Pozzecco è un personaggio unico nel contesto della pallacanestro italiana; talento e fantasia sul campo, brio ed irriverenza nelle parole anche quando si schernisce definendosi "suonato". Il Poz è raggiante per l'ultimo successo conquistato in rimonta da Capo d'Orlando su Napoli, perché in esso vede la forza del gruppo: "È stata la gioia più grande della mia vita ed in una partita di regular season come tante altre. Questa è la mia squadra, non ho mai visto una roba del genere, io vivo di emozioni e qui ne provo ogni giorno".
Il play è un fiume in piena e ha parole di elogio per tutti i suoi compagni: "Penso a Fabi che mi ha fatto un regalo molto particolare, la felpa di una squadra di rugby argentina per cui tifiamo, che piange durante l'inno. Ed è il modo in cui anch'io, anche noi, viviamo le gare. Non voglio poi che Rolando Howell se na vada, sarebbe come perdere un fratello. Voglio finire la stagione con lui e non lo cambierei neppure con Shaquille O' Neal. Wallace non si è allenato in settimana e contro Napoli, poverino, ha sputato sangue. Diener ha tirato i liberi importanti, Tamar Slay pur gravato di falli alla fine ha difeso alla grande. Poi Oscar, Bruttini, Ndoja, Adam: sono tutti grandi. Orso sembra che non faccia niente ed invece è determinante. Poi Meo - ha aggiunto, riferendosi al suo allenatore Sacchetti - negli spogliatoi ha detto le parole giuste, e nella ripresa siamo entrati in campo con uno spirito diverso".
"Non esiste altra squadra in Italia - afferma Pozzecco - che avrebbe vinto una partita del genere contro Napoli, perché vedendo come loro segnavano, ogni canestro era come una pedata nei maroni. A fine gara ero esausto ma amo questo posto, non ho mai vissuto così bene, amo la gente ed i miei compagni di squadra".
"Orsini mi ha chiesto se smetto - ammette il play - Io finirò la mia carriera a Capo d'Orlando anche se dovessero chiamarmi i Lakers, non giocherò da nessun'altra parte. È un posto che paragono alla Varese degli anni d'oro, l'unica promessa che posso fare a tutti è che se mai decidessi di continuare a giocare, giocherò qua. Non lo farò, però, se ci fosse una possibilità su un milione vorrei soltanto che tutti i nomi del roster della squadra, uguali e identici, venissero confermati anche il prossimo anno. Paradossalmente sarebbe una cosa ingiusta, per gente come Meo o Drake Diener che meritano certamente di guadagnare di più".