L’emergenza rifiuti in cui sono precipitati i comuni dei Nebrodi è riconducibile alla fallimentare gestione del ciclo integrato dei rifiuti da parte della competente Agenzia regionale e degli ATO. La crisi del sistema è evidente e si aggraverà ulteriormente con il prossimo esaurimento delle discariche. Davanti a questa situazione drammatica e complessa, sarebbe sbagliato non indagarne le cause profonde e confonderle invece con gli effetti finali. Pensare che l’emergenza dipenda solo dal mancato pagamento delle bollette da parte degli utenti costituisce infatti una grave sottovalutazione del problema e comporta la rimozione degli errori e degli sprechi avvenuti negli ultimi dieci anni. “Nei quasi dieci anni di attività dell’Agenzia Regionale dei Rifiuti – afferma Salvatore Granata, Direttore Regionale di Legambiente - non sono stati raggiunti gli obiettivi stabiliti dal Piano: la raccolta differenziata si attesta attorno al 6-7%, le discariche si stanno esaurendo, i costi sono esplosi: si pensi soltanto che nel 2007, in Sicilia, il servizio è costato più di 400 milioni di euro, 153 euro per tonnellata, praticamente il doppio di quanto costava soltanto quattro anni prima. E non perché è migliorata l’efficienza del servizio, ma per la moltiplicazione degli attori in campo che hanno fiutato il business.” A ciò si aggiunga il fallimento della gestione degli ATO a livello locale testimoniato in modo inequivocabile dalla spazzatura in strada. “Le 27 Società di ambito (ATO) – afferma Enzo Bontempo, Presidente di Legambiente Nebrodi - dovevano gestire il ciclo a livello locale, superare le diseconomie causate dalla frammentazione del servizio, renderlo efficiente ed economico. Per farlo – continua -si sono costituiti costosi apparati burocratici ma tutti gli obiettivi sono falliti. Il risultato dell’operazione è sotto gli occhi di tutti: servizi di gestione e spazzamento appaltati a ditte esterne a prezzi mediamente doppi riscosse, ATO indebitate, imprese che non pagano i lavoratori, spazzatura in strada e Comuni che dovranno accollarsi i debiti degli ATO dissestando i propri bilanci.”. Per Legambiente bisogna fare chiarezza sugli errori e sulle responsabilità del passato per evitare che si ripetano, quindi ripartire da zero a tutti i livelli, rivedendo i contenuti del piano regionale e riportando la gestione locale nell’alveo di una gestione efficiente in linea con le prescrizioni e con gli obiettivi del Decreto Ronchi e cioè: ridurre la produzione dei rifiuti, recuperare quelli riciclabili, far pagare ciascuno in base alla quantità di rifiuti prodotti e da smaltire.
Capo d’Orlando, 17/09/2008
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