ATO RIFIUTI. RIPARTIRE DAI COSTI. Legambiente: L’eccessiva onerosità delle tariffe deve essere chiarita. L’Assemblea dei Sindaci riconsideri il contratto col Gestore alla luce degli ultimi fatti.
La gestione dei rifiuti in Sicilia costituisce una vera e propria emergenza ambientale e sociale. Al dissennato Piano dei Rifiuti volto a consegnare ai gestori degli impianti di incenerimento un affare miliardario, si aggiungono le inefficienze e gli sprechi degli ATO. Il risultato è esplosivo: la gestione del ciclo è carente, la raccolta differenziata è sotto il 10%, i rifiuti sono per strada, i cittadini sono stati massacrati da bollette insostenibili ed i comuni dovranno accollarsi altri debiti che scaricheranno sugli utenti. Intanto, nell’ambito territoriale ME1 si assiste anche ad un incomprensibile balletto tra i soggetti coinvolti nella gestione del ciclo, tutto orientato a scaricare sul vicino le proprie responsabilità. Molti degli stessi sindaci, soci e controllori della Società ATO ME1, tentano di riciclarsi in strenui censori di quella struttura al cui funzionamento hanno contribuito fin dal suo avvio in modo determinante. Ma qualcosa si muove anche nel senso della chiarezza. Le dichiarazioni rilasciate ieri alla stampa dal Sindaco di Alcara Li Fusi, dott. Giuseppe Spinello, fanno emergere la sproporzione tra i costi effettivi di alcuni servizi ed il prezzo corrisposto all’ATO e da questi al Gestore. Secondo il Sindaco di Alcara li Fusi, gli stessi servizi, gestiti direttamente dai Comuni in modo economico ed efficiente (proprio per questo erano stati costituiti gli Ato), costerebbero la metà circa del prezzo corrente scaricato sulle bollette. Quanto empiricamente spiegato dal dott. Spinello sembra confermare, di fatto, la tesi portata avanti in questi anni da vari Comitati spontanei e dall’Associazione Consumatori Siciliani, secondo la quale il prezzo del Contratto di Servizio stipulato tra ATO ME1 e Gestore sarebbe sproporzionato rispetto ai servizi effettivamente resi, in conseguenza di una sovrastima della capacità del sistema. In parole semplici, il prezzo pagato dall’ATO all’Impresa affidataria non sarebbe calcolato in base alla quantità di rifiuti effettivamente raccolti e smaltiti ma, a corpo, sulla base di una stima abbondante delle quantità potenzialmente trattate, vicina al doppio di quelle reali. Allo stato, incombe su tutti il rischio che l’avvitamento dell’ATO ME1 continui a produrre disservizi e costi esorbitanti nel tentativo di gestire un’emergenza provocata dalla sua stessa inefficienza (vedi ad esempio, l’annunciato smaltimento nella lontana discarica di Siculiana per l’impossibilità di smaltire nelle vicina discarica di Mazzarrà a causa di debiti non saldati). E’ perciò necessario che l’Assemblea dell’ATO ME1, composta dai Sindaci dei Comuni compresi nell’ambito, faccia chiarezza sui termini del contratto in corso con il Gestore ed accerti l’eventuale eccessiva onerosità dello stesso. Sarebbe il primo, necessario passo per ridare credibilità ed efficienza al sistema.
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