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Vittorio Sindoni: la vita di Sofia Loren - giovedì 15 ottobre 2009 at 11:13
Sul set del film di Vittorio Sindoni ispirato al libro della sorella "Volevo far sapere di quanto amore e bontà sia stata capace" Sofia: "Da Pozzuoli all'Oscar porto in tv i sogni di mia madre" "La mia casa è piena di specchi" andrà in onda in primavera su RaiUno la Loren interpreterà sua mamma e la giovane Margareth Madé sarà lei.


Sofia: "Da Pozzuoli all'Oscar porto in tv i sogni di mia madre"

Sofia Loren, sul set del film di Sindoni in cui interpreta sua madre
ROMA - "Romano!". Il tono di voce aspro, lo sguardo furibondo, promettono tempesta. La bella signora dalle bellissime gambe avanza altera sui tacchi a spillo, una stola di volpe argentata sopra un tailleur dal colletto a righe rosse e nero. Lei è Romilda Villani, lui è Romano Mussolini, in viaggio di nozze con la di lei figlia Maria e già le ha fatto le corna. Il dialogo tra i due sibila nell'aria, con il suo accento partenopeo lei ha subito la meglio, lui promette, basta bugie, basta corna, andrà a vivere con la suocera che lo terrà d'occhio. Raffaele Esposito è Romano prima che diventasse grassoccio, ed è ovvio che Romilda non può essere che Sophia Loren, la celebre figlia che ha attraversato una vita "da favola" come dice lei, tenendo sempre nel cuore l'amore dolente per quella madre bellissima e infelice, protettiva e ribelle; quella che l'altra figlia, Maria, così ricorda nel suo libro La mia casa è piena di specchi: "Mia madre amava se stessa, era un persona complessa, facile all'ira, drammatica, a volte comica, spesso simpatica, spesso ossessiva, totalmente egoista... L'ho sempre considerata una creatura da proteggere...".

S'ispira a questo racconto la fiction che Vittorio Sindoni sta girando a Roma per RaiUno e che avrà lo stesso titolo. In due puntate di 100 minuti l'una andrà in video in primavera: l'ha molto voluta Sophia "perché desideravo finalmente rendere omaggio a una persona meravigliosa e far conoscere di quanto amore, di quanto ardore materno, di quanta bontà e spirito di sacrificio, sia stata capace mia madre: negli anni della guerra, dell'abbandono, della povertà, della fame, della solitudine di un piccolo nucleo familiare di sole donne, una madre e due figlie, una adolescente e una bambina, sperdute in una città come Roma, arida e crudele, unite da un grande sogno di riscatto".

Di quei giorni, racconta la sceneggiatrice Patrizia Carrano, si vedranno la combattiva Romilde in guerra per ottenere che la sconosciuta Sophia Lazzaro sia pagata per i fotoromanzi come fosse già una diva; e anche la stanzetta di pochi metri quadri della pensione dove le tre donne si rifugiarono e dove era proibito cucinare. Ma riuscirono a trafugare un fornellino su cui cuocere gli amati paccheri, da condire con il pomodoro in tubetto.

La fiction "La mia casa è piena di specchi" raccoglie un decennio della loro vita, da quando lasciano Pozzuoli per Roma, dove sperano di essere ingaggiate come comparse per il kolossal Quo vadis?, a quella notte del 1962 in cui Sophia vince l'Oscar destinato alla miglior attrice per La ciociara: "Non ero andata a Hollywood perché ero certa che avrei perso e non sapevo come avrei reagito all'emozione, alla delusione. Eravamo Carlo ed io nel nostro appartamento all'Ara Coeli, e c'erano anche mia madre e mia sorella. Aspettavamo notizie ma verso le 4 del mattino decidemmo di andare a dormire, tanto non avevo alcuna speranza. Poi verso le 6 squillò il telefono, Carlo rispose ed era Cary Grant che gridava "Sophia ha vinto, ha vinto!". Mia madre si mise a cantare, "Abbiamo vinto, abbiamo vinto!". Era la prima volta che un attore italiano vinceva quel premio per un film italiano parlato in italiano".

Lo splendore unico che ha fatto della Loren una diva intramontabile non può essere riproposto da nessuna: però è vero che la giovane Margareth Madè (protagonista di Baarìa) scelta per interpretare la Sophia del passato, è bella, sia pure della bellezza sempre più omologata di oggi: e la Sophia di oggi l'ha accettata affettuosamente, anche se dice, "vedermela davanti mi crea una certa confusione".

Le pagine forse più crudeli del libro di Maria Scicolone sono quelle che riguardano il padre Riccardo (nella fiction Enzo Decaro), che causava continuo disordine e angoscia: a Romilda che non volle sposare, a Sophia cui diede il suo nome qualche anno dopo la sua nascita, a Maria che divenne Scicolone solo davanti a un notaio, perché Sophia ormai celebre aveva dato del denaro a quel padre reticente.

In questi giorni Sophia sta ultimando il doppiaggio del film-musical Nine!, il 23 sarà a Napoli dove suo figlio Carlo Jr dirigerà un concerto, appena possibile andrà a Hollywood a vedere il nuovo film diretto dall'altro figlio Edoardo, una commedia intitolata Coming and going. Spesso porta fiori sulla tomba del marito Carlo Ponti, sepolto a Magenta. Non intende tornare a vivere in Italia "perché qui ho subito ferite che non posso dimenticare. Nella mia casa di Ginevra sto bene, sto tranquilla, mi sento protetta, non mi sento mai sola; ho passato tutta la vita a lavorare, sto lavorando, mi aspetta altro lavoro: solo in quella quiete, in quel silenzio, mi rassereno, rivivo quella meraviglia che è stata la mia vita". Quando sorride, Sophia Loren s'illumina come la ragazzina che è stata per tutta la vita, timida, segreta, sconosciuta.

NATALIA ASPESI

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