SALVIAMO IL MONTE |
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Lettera aperta Gent.mi Amici del Comitato, i simboli diventano tali, il più delle volte, quando essi vengono a mancare nel loro essere atavica presenza quotidiana e gli esempi, in tal senso, si perdono in secoli di ricordi e di leggende.- Dal nostro relativo sempre, il Monte è là; un po’ più acciaccato, offeso da qualche brutale tentativo di aggressione umana, ora protetto da una peluria boschiva che stenta a svilupparsi, ora ricoperto da un enorme condom di rete metallica che può contenere ma, paradosso, non può preservare, ma è sempre là; immobile vedetta a protezione dei tentativi di fuga della terra verso il mare; compresso nell’inumana fatica di farsi capire da noi piccoli umani.- Che si sia stancato? Che ci stia comunicando che non può più badare a se stesso? Penso proprio di sì.- E del resto, arriva sempre il tempo in cui i figli devono farsi carico dei padri. Nel nostro caso, però, non ci sono ospizi cui mandarlo o miliardarie cliniche pronte ad accoglierlo; ci siamo soltanto noi: piccoli umani che a volte alzano la testa per arrivare là dove i piedi non li potrebbero mai portare Apprezzo con ammirazione l’intuizione dei componenti il Comitato ed appoggio in modo incondizionato l’iniziativa intrapresa, così come incondizionata spero voglia essere l’adesione di tutti.- Mi permetto di allegare alla presente una foto dal presente futuribile (mi scuso per l’ossimoro).- Ritenetemi pure a Vs. disposizione (e non solo per l’Euro già versato).- Gaetano Collovà
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