LA CRONACA DEL DISASTRO |
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«Torre ho un problema». «Sei fuori rotta»
Il colloquio mentre un
elicottero sta per atterrare. La Torre: si allontani. Lo svizzero
pensa che dicano a lui e vira verso la città
MILANO
- Aereo: «Torre
di controllo, qui Hbcnx Piper Aero Commander Cm 1, ho un problema al
carrello». Torre di controllo: «Ricevuto, orbiti intorno all'Ata
(lo scalo privato di Linate, ndr ). Elicottero: «Torre
di controllo, chiedo di cominciare le procedure di atterraggio». Torre
di controllo: «No, si allontani, si allontani..». Aereo: «Ho
"copiato" (capito, in gergo, ndr ), eseguo».
Elicottero, che si allontana, ad aereo: «No,
no, non è per lei, è per me…». Torre ad aereo: «Attento,
sei fuori rotta». Sono le 17.46, sul cielo di Linate. Meno
di un minuto dopo l'aereo numero 1, l'Aero Commander sigla Hbcnx,
pilotato da Gino Fasulo, 67 anni, si schianta a 300 all'ora contro il
Pirellone . Finisce il volo della morte, comincia l'incubo per
Milano, l'Italia, il mondo. Saranno le varie inchieste a stabilire che
cosa è realmente accaduto ieri nel tardo pomeriggio tra la periferia
sudovest e il centro di Milano, ma, secondo questa attendibile
ricostruzione, l'incubo
e la tragedia sono stati causati da un malinteso, da un equivoco,
da un abbaglio, assurdi, al limite della credibilità.
LOCARNO - Il volo della morte prende il via dallo scalo di Locarno, situato alle porte dell’omonima città, in zona Piano di Magadino-foce del Ticino. Il piano di volo prevede la destinazione Milano, secondo una delle due rotte possibili: Locarno-Saronno-torre della Telecom di Rozzano (tra la Tangenziale ovest e l’autostrada da Genova)-Rogoredo (l’altra prevede il sorvolo del lago Maggiore, di Varese e poi Milano). Ai comandi e dentro il velivolo c’è un passeggero, Gino Fasulo, notissimo e, a giudizio di molti, espertissimo (un po’ troppo disinvolto secondo altri piloti): recentemente era stato multato per un’infrazione alle regole di volo a Malpensa, mentre a Zurigo aveva atterrato un po’ corto danneggiando alcuni luci della pista. IL VOLO - Il volo Locarno-Milano è di puro piacere, una delle tante gite che molti amanti degli aerei leggeri compiono dalla Svizzera al capoluogo lombardo. L’ora di rientro da Linate è prevista, infatti, nel piano di volo, alle 18.15. L’aereo ha un’autonomia di cinque 5 ore di volo, 1600 chilometri: nessun problema di carburante né di altro genere quindi, viste anche le ottime condizioni meteo e considerato che in meno di mezz’ora si giunge a destinazione. Il problema invece, inopinatamente, sorge alla fine della breve trasvolata. Verso le 17.40 il pilota del Commander, che ha già preso contatto con la torre di controllo di Linate si appresta ad atterrare sulla pista 36, l’unica disponibile, dato che quella turistica è chiusa. DI TRAVERSO - «Attento, che fa - grida a un certo punto il controllore di volo -. Sta scendendo di traverso, si allinei» . Il velivolo, in effetti, imboccato il cosiddetto cancello ovest, sembra che stia per arrivare lateralmente, in modo obliquo. «Ho un problema al carrello» risponde Luigi Fasulo, noto anche per aver superato situazioni ben più serie col suo Commander, compreso l’atterraggio in un campo di riso. Forse per questo non lancia l’Sos, il messaggio di emergenza. Il controllore di volo, sempre lo stesso, invita il pilota ad allontanarsi e attendere a Ovest del campo di atterraggio, sopra l’Ata . A quel punto, il gioco terribile degli equivoci: un elicottero chiede di scendere (e pare anche un secondo velivolo leggero, ma questo non è certo), ma viene invitato ad aspettare e allontanarsi (atterrerà più tardi a Linate, senza difficoltà). Fasulo crede che ci si rivolga a lui e, inutilmente, gli viene ripetuto l’invito a stare in zona. Secondo la versione ufficiale dell’Enav, il Commander si allontana verso Nord, nella direzione sbagliata, anziché verso Ovest-Sud per poi tornare verso la pista. La Torre richiama il pilota e lo avverte dell’errore. Fasulo replica che sta risolvendo il suo problema al carrello. Il controllore gli dice di portarsi nuovamente in circuito, ovvero sopra la periferia della città (in genere o su Bresso, Trezzo d’Adda o Assago) per atterrare sulla pista 36 destra. IL DISASTRO - Questo non succede: di fatto, il Commander non «completava - dice l’Enav - la suddetta circuitazione che l’avrebbe ricondotto al giusto allineamento con la pista riassegnata». E imbocca una direzione nuovamente sbagliata , verso il centro città e per giunta a un’altezza di molto al di sotto di quella obbligatoria (300 metri). Inutilmente, il controllore richiama due volte il pilota: non riceve risposta. Il velivolo viene visto sfrecciare su Milano, sopra corso Buenos Aires e su via Vitruvio, qualcuno parla di scintille nella parte posteriore, qualche altro di fumo nella carlinga. La conclusione è agghiacciante: il Commander si impasta contro il palazzo più alto che trova nella sua traiettoria. Il pilota forse è stato colto da malore o, forse, era talmente preso nel tentativo di sbloccare il carrello manualmente che non si è accorto di perdere quota e di infilarsi in uno spazio che mai avrebbe dovuto violare: quello cittadino. E mentre nel Pirellone si scatena il terrore, in cielo resta il panico: un secondo velivolo, un Piper proveniente anch’esso da Locarno, in ritardo di 10 minuti rispetto al primo, sembra essersi perso nel nulla . Anche perché il proprietario, da terra, chiede inutilmente notizie. In realtà l’aereo, per la chiusura dello spazio aereo, è stato dirottato allo scalo di Bergamo. Ma, intanto, si è sparsa la voce che si tratti di un secondo aereo del terrore. Costantino Muscau |
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Per queste foto sono state scattate il 18 aprile 2002 da una collega della Signora Gianna Molica Franco. Da un ufficio nelle vicinanze del Pirellone |
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